Santissima Trinità - Venite e vedrete

TREE OF LIFE
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CHIESA DELLA SANTISSIMA TRINITA'

Sorge al limite orientale del paese e domina la suggestiva conca dello "Rialto". Di forma rotonda, venne fatta costruire dalla Comunità nel 1820 sul sito di una precedente, che fu edificata nella seconda metà del 1500. Circa un secolo dopo la sua costruzione, la chiesa presentava "parecchie lenditure, era priva di porta e minacciava rovina" per cui la Comunità procedette nel 1698 alla sua totale ricostruzione.
A distanza di dieci anni, non si sa per quale ragione, la nuova cappella era tut­tavia ancora da benedire, così che Mons. Morozzo nel 1709 scriveva: "Questa cappella non ancora benedetta, quasi sem­pre aperta, è pressochè inutile". Dopo i severi rilievi del Vescovo il piccolo tempio venne benedetto e provvisto di una nuova icone rappresentante la SS. Trinità e i Santi Giacomo e Costanzo.
Nella tela era figurato anche lo stemma del Co­mune al quale la chiesa apparteneva. Sul finire del 1800 la cappella risultava "screpolata in diversi punti" per cui venne ordinato che fosse "visitata da periti e riparata". Fatti gli opportuni rilievi, si constatò es­sere impossibile procedere ad una conveniente riparazione del­l'edificio, in consegunza di che il Comune ordinò che venisse abbattuta e nella primavera del 1820 deliberò di far sor­gere sulla stessa area una nuova cappella (quella attuale).
La chiesa - di proporzioni modeste - è tenuta con cura. L'interno è decorato con sobria proprità. L'icona è un quadro raffigurante il Mistero della SS. Trinità.
Ogni anno se ne celebra la festa con solennità. La sera della vigilia, dopo le funzioni della parrocchiale, i valfener­esi amano raccogliersi attorno alla caratteristica cappella. E mentre la banda musicale tiene concerto, viene acceso il tra­dizionale falò con lancio di razzi. Nel giorno della festa si usava tenere una speciale lot­teria che interessava grandemente i nostri vecchi.
Gli oggetti in pallio erano solo due e sempre i medesimi: un cappello da uomo ed un fazzoletto per donna. L'estrazione si faceva dopo i vespri sullo spiazzo adia­cente la chiesa. Si imbussolavano tanti biglietti quanti erano i partecipanti, che risultavano annotati su apposito registro. In altra borsa si mettevano delle fave bianche e ­sola fra tutte, una fava nera. Si estraeva un biglietto ed una fava. Se la fava era bianca si stracciava il biglietto e si rimetteva la fava nella borsa. Seguiva quindi un'altra estrazione. Vinceva colui il cui nome veniva abbinato nella estrazione alla fava nera.
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